Oggi parliamo di sesso

C’ è chi sostiene che la diffusione di pornografia calmieri la violenza sessuale, francamente non saprei fino a che punto simili correlazioni siano fondate. Di sicuro, quand’ anche la fruizione di pornografia mitigasse la pratica dello stupro, sarebbe comunque una soluzione “ripugnante”, almeno per molti.

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La pornografia ci imbarazza, perché? Vediamo se puo’ aiutarci a capirne i motivi il contributo di una femminista eretica come Wendy McElroy:

… la pornografia è sesso più mercato, quale delle due cose non vi va bene?…

Vediamo allora separatamentente le due “cose”.

MERCATO:  dietro uno scambio ci sono sempre motivazioni egoistiche e il sesso mal si coniuga con l’ egoismo.

C’ è chi ci crede ma io, francamente, non ne sono convinto.

E’ difficile pensare che un uomo non “coniughi” le due cose ma anche per le donne probabilmente vale la stessa cosa, soprattutto quando le ricerche più attendibili in tema ordinano così le motivazioni  per cui una donna si concede:

1. voglia di concretizzare un’ attrazione;

2.  voglia di sperimentare un piacere fisico;

3. voglia di sentirsi bene;

4. voglia di dimostrare il proprio affetto a una persona;

5. voglia di esprimere il proprio amore a una persona;

6. voglia di dare sfogo a una fascinazione;

7. voglia di dare sfogo a un’ eccitazione;

8. voglia di divertirsi;

9. voglia di concretizzare un amore;

10. impossibilità di trattenersi;

11. voglia di compiacere il proprio compagno;

12. voglia di intimità;

13. voglia di un piacere puro;

14. voglia di avere un orgasmo;

15. voglia di avventura;

E mi fermo qui. Sono motivazioni vere? Di sicuro sono esibite, e quindi di esse non ci si vergogna. Ebbene, a essere generosi solo la motivazione all’ undicesimo posto (e forse quella al nono) lascia trapelare una qualche forma di altruismo.

SESSO: il sesso disgiunto dall’ amore per noi è tabù.

Chi è disposto a crederlo nel 2012? Scommetto che molti, almeno a parole, lo negherebbero con forza.

Oltretutto, è una tesi ben strana vista la “tradizione” che ci ha partorito: bonobo e scimpanzé vivono in promiscuità dedicando gran parte della loro giornata al sesso; probabilmente, lo stesso dicasi per il nostro antenato, l’ uomo cacciatore/raccoglitore. In un certo senso i capelloni della comune anni sessanta erano molto più fedeli alle tradizioni rispetto al gentleman vittoriano tutto impegnato a rispettare e onorare quella “moda recente” (meno di 10000 anni) che sono i vincoli di fedeltà.

Tale “moda neolitica” nei millenni più vicini a noi ha ricevuto l’ avallo e l’ impulso della Chiesa Cristiana, sempre protesa a salvare l’ anima dei fedeli e a tutelare la condizione femminile.

Il binomio “matrimonio d’ amore” e “sesso amoroso” è infatti il grande dono elargito dalla Chiesa Cristiana alla donna: vincolare il sesso maritale all’ amore significava rendere tabù ogni forma di contrattualizzazione dei rapporti intimi, cio’ ha per conseguenza che la donna possa negarsi anche all’ ultimo istante. Naturalmente dò per scontato cio’ che viene confermato al bar come nelle Ivory Tower, e cioè che nel 90% dei casi è l’ uomo a cercare sesso o a lamentare poco sesso nel matrimonio. Questa possibilità di recedere arbitrariamente è una formidabile arma contrattuale all’ interno di un matrimonio poiché consente di far fronte via via a esigenze impreviste e imprevedibili: oggi la moglie vuole che il marito stia più in casa con i figli? Ecco che segnala la sua esigenza a letto standosene nel suo angolino mugugnando. Domani lei si sente soffocata dalla presenza continua del marito e auspica che lui le conceda più spazi? Ecco spuntare dispettosi mal di testa proprio sul più bello. Insomma, se la frequenza dei rapporti fosse fissata a priori (contrattualizzazione) questi trucchetti non sarebbero disponibili con grave nocumento per la sposa. Ma una simile ipotesi è inconcepibile una volta che la connessione sesso/amore viene consacrato dal tabù.

Conclusione: poiché un sentimento di tutela della donna nel matrimonio è ancora molto avvertito, non c’ è motivo di ritenere che un tabù inteso proprio a realizzare quell’ obiettivo si sia realmente indebolito nelle coscienze.

Per quanto si voglia apparire spregiudicati, penso che una simile sacralità sia avvertita ancora da molti, da qui la risposta a Wendy: è la parola “sesso” che imbarazza da morire chi non riesce a stare indifferente rispetto alla pornografia e ad accettarla come la normale rappresentazione di un’ attività umana.

9 pensieri su “Oggi parliamo di sesso”

  1. La pornografia è ripugnante per vari motivi. Ne butto lì qualcuno, senz’altro non esaustivamente.

    1. VOYEURISMO DI MALATI VERSO MALATI – Sappiamo che nessuna persona sana di mente farebbe il pornoattore*. Vedere dei malati dimenarsi sullo schermo non può che rattristare le persone sane di mente. Il mercato della pornografia è dunque un mercato di malati per malati, cosa raccapricciante. Le storie che emergono sull’origine e sul destino delle pornoattrici (e anche dei pornoattori) pre- e post-carriera sono desolanti. La bruttura della loro anima oltretutto si traduce spesso in bruttezza fisica, horribilis visu.

    2. SVILIMENTO DEL CORPO – Nonostante la pervicace demolizione di tutti i valori compiuta scientemente negli ultimi decenni ad opera delle forze che fanno capo a radicali & ateisti vari, ancora qualche briciolo del senso di rispetto il proprio corpo e dignità della persona rimane. A volte malgovernato, come nel tabù della nudità (e in questi casi si traduce in frustrazione). A volte con il giusto senso di privatezza di certe funzioni. Ci sono alcune spiagge spagnole (e francesi, anche se qualche provvedimento si sta prendendo) che vanno al di là del naturismo. Il sesso in pubblico è ordinaria amministrazione. “E’ una cosa naturale”, dicono.
    I bonobo si trombano tra loro pubblicamente e promiscuamente? Ma così pure cagano e fanno qualunque altra cosa. Sarà dunque quella la prossima frontiera? Cessi pubblici senza porte perché “tanto defecare è una cosa naturale”?

    3. TROPPA FICTION, IRREALISTICA E NOIOSA, STANCA – Anche i più pervicaci sostenitori del “sesso disgiunto dall’amore” prima o poi si trovano costretti ad ammettere che questa teoria è una delle più farlocche assurdità proposte dalla cultura massmediatica. Un conto è il sesso mercenario. Un altro una relazione stabile. La “scopamica” prima o poi è destinata ad essere coinvolta sentimentalmente. Il fatto che nella vita reale il sesso senza sentimento non sia mai sufficiente e pienamente soddisfacente non può che farci apparire fintissima la pornografia (non bastassero l’evidente mancanza di coinvolgimento, le improbabili “durate” degli attori, le dimensioni irrealistiche). E la fiction esasperata prima o poi stufa. Oltretutto, i repertorio eseguibile è alla fine limitato, e alla fine non si può che sbadigliare.

    4. EFFETTI ABBRUTTENTI – Anche se non mancheranno mai i “buontemponi” che si affannano a cercare di dimostrare le tesi più stampalate, è ovvio che la pornografia devasti le persone, spingendole all’emulazione, a cercare cose che normalmente non cercherebbero. Non trovandole nel partner, che magari le trova avvilenti, non resta che l’evasione, violenta o meno che sia, oppure la frustrazione di non poter sperimentare le cose che si sono viste sul teleschermo. Seriamente, qualcuno ha mai chiesto ai violentatori se facessero o meno uso della pornografia, anziché arrampicarsi sui scivolosi specchi delle correlazioni arbitrarie?


    * Spero non ci sia bisogno di dimostrare questa tesi. La letteratura a disposizione credo sia ampiamente sufficiente.

  2. Certo, sono da’ accordo, la “dignità” vilipesa sta al centro di tutto.

    Ma non basta dirlo, bisogna spiegare “perché”. Perché noi – diversamente dai nostri progenitori – percepiamo la dignità in quel modo piuttosto che in un modo differente?

    La mia ipotesi: è un tabù che – combinandosi con il matrimonio indissolubile – fornisce una tutela efficace alla donna.

    Forse i gruppi sociali che hanno protetto meglio le loro donne dallo strapotere fisico dell’ uomo si sono rivelati vincenti.

    ***

    Quanto alla correlazione tra pornografia e violenza, ci andrei piano nel chiudere tutto in nome delle “ovvietà”. Ci vuole la modestia intellettuale di andare sul campo a raccogliere pazientemente i dati che, in ogni caso, ci consentiranno solo conclusioni parziali. Gli studi linkati non esauriscono il tema ma se da un lato non mi convincono nella possibilità di combattere lo stupro con la pornografia, dall’ altro mi convincono dell’ inutilità della censura.

  3. Insomma, dobbiamo spiegare “perché” riteniamo che fare la cacca per strada non sia un comportamento dignitoso per un essere umano?

  4. Mah, non saprei, se ci riesci e ti piace andare fuori tema puoi anche spiegare quello :-).

    Se invece vuoi stare al tema – visto che la semplice opinione personale vale poco – dovresti spiegare perché riteniamo indegno disgiungere il sesso dall’ amore. Oltretutto molti non sono affatto di questo avviso, almeno a parole.

    ***

    Certo che, pensandoci meglio, se la faccenda della “cacca” non avesse nulla a che vedere con questioni legate alla sanità, alla pulizia, alla mera sgradevolezza ma fosse riconducibile unicamente al pudore, forse anche riflettere sulla “cacca” potrebbe aiutarti. Di sicuro trovo molto meno contorto riflettere direttamente sulla sessualità.

    1. Fuori tema? Eppure l’analogia l’avevo ben spiegata.

      Sesso e amore? Anche questo l’avevo affrontato. Se uno non ci arriva a priori con la testa, ci arriverà poi a posteriori, una volta scottato. Purtroppo di questi tempi è un destino frequente.

  5. Il tabù del “sesso disgiunto dall’ amore” è buona cosa? Sì o no?

    Non mi sfugge certo la tua risposta (sì!), quel che mi sfugge è l’ essenziale, ovvero la giustificazione.

    A meno che non compaia al punto 1, quello per cui “è da malati disgiungere”.

    Che è un po’ come dire “ho ragione perché gli altri hanno torto”. Ok, l’ opinione è sempre più chiara, sempre meno chiara è la giustificazione dell’ opinione.

    [… a meno che quel “malati” non sia gente parassita interdetta dai pubblici uffici con l’ indennità di accompagnamento della Asl :-)…]

    Nel punto due ti limiti a descrivere: “qualche briciolo del senso di rispetto del proprio corpo rimane”. Bene! Si tratta però di una semplice osservazione fatta alla luce dei propri valori, non della giustificazione dei propri valori.

    Nel punto tre prosegui dicendo sostanzialmente che non c’ è nulla da “giustificare”.

    Dopodiché, nel quattro, affronti altri temi (quelli a cui mi riferivo auspicando maggiore umiltà intellettuale).

    Infine, nell’ ultimo commento, torni a ribadire che una giustificazione non serve: “uno deve arrivarci con la propria testa”.

    Secondo me, invece, “serve”, specie in tempi in cui la famiglia torna a essere sotto attacco. Sì perché parecchi argomenti messi in campo per giustificare il connubio sesso/amore tornano poi buoni nella difesa dei valori familiari (non c’ è dubbio che sia difficile conciliare pornografia e valori familiari, ma se uno i “valori familiari” li snobba…)

    **************************

    Anche l’ analogia della cacca desta qualche dubbio:

    E’ un modo di dire che credi nel progresso?

    Ti capisco. Ma porti acqua al mulino dei progressisti: è proprio in nome di un fantomatico progresso dell’ umanità che costoro sostengono la necessità di cambiare in tema di sessualità!

    Il fatto è che molte giustificazioni “tradizionaliste” invitano a osservare proprio il lato rigido della nostra natura umana. Non si tratta di una strategia peregrina, nemmeno riguardo al tema trattato: in molte specie animali la fedeltà è un’ attitudine naturale. Purtroppo non nell’ uomo, almeno guardando ai nostri genitori primitivi.

  6. In realtà, la questione del sesso disgiunto dall’amore era ampiamente affrontata al punto 3 (in che punto dico che “non c’è nulla da giustificare”?). Anche i sostenitori di questa teoria, inesorabilmente prima o poi si scontrano con la realtà. Il sesso senza coinvolgimento produce o noia, oppure… coinvolgimento! Ho amici (più d’uno) felicemente sposati dopo che avevano iniziato una relazione per gioco, per scommessa, per pura ricerca del sesso. Ah già, tu sei contro l’esperienza personale, preferisci i dati delle ricerche universitarie… Va beh, io ho solo dato una mia opinione.

    Poi, a livello personale ritengo che l’uso sconsiderato del corpo (non solo col sesso, ma anche per esempio con piercing, tatuaggi, body building, sport agonistici a livelli estremi o, all’opposto, con la trascuratezza, alcool, droghe) sia cosa negativa.

    E sì, se uno non ci arriva con la sua testa, non c’è nulla da fare. Non voglio con questo disprezzare gli sforzi di chi cerca ancora di convincere la gente a non buttarsi via, ci mancherebbe altro!

    Sulla cacca: il fatto è che non capisco il senso del prendere i comportamenti animali a modello del comportamento umano. Era chiaramente un’obiezione al tuo “bonobo e scimpanzé vivono in promiscuità dedicando gran parte della loro giornata al sesso”, per far notare che una una simile affermazione non ha semplicemente senso. Ovviamente questo non comporta che “qualsiasi progresso è in sé positivo”. Lasciamole pensare agli evoluzionisti puri (o ai mercatisti puri), queste idiozie.

    Non ha senso, se non a livello di mera curiosità nella ricerca delle origini ancestrali di certi comportamenti, paragonare l’etologia animale a quella umana al fine di ricavarne osservazioni utili a regolamentare la società, poiché uomini e animali da questo punto di vista non hanno nulla in comune.

  7. Ho sintetizzato il punto 3 con un brutale “non c’ è niente da giustificare”, forse ho esagerato ma l’ ho fatto perché concludevi dicendo:

    … anche i più pervicaci sostenitori del sesso disgiunto dall’amore prima o poi si trovano costretti ad ammettere…

    Bè, se tutti siamo d’ accordo, se anche gli altri “ammettono” che in fondo abbiamo ragione, allora sparisce la necessità di “giustificare” alcunché.

    Io però non penso che tutti “ammettano” questa noia schiacciante, specie se la paragonano alla noia che infligge loro l’ “amore eterno”.

    ***

    Non ho parlato di bonobo e scimpanzé a caso, sono gli animali più vicini all’ uomo racoglitore/cacciatore per quel che concerne il regime sessuale. Non ci si puo’ mica rifare ai colibrì per avere un’ idea sulle tradizioni ancestrali che ci riguardano. Per me è solo un dato: mi limito ad assumere passivamente il consenso scientifico sul punto (per altro, qui, un consenso traballante). 

     

  8. Io però non penso che tutti “ammettano” questa noia schiacciante, specie se la paragonano alla noia che infligge loro l’ “amore eterno”.

    Sono entrambe constatazioni (eventuali) a posteriori. Per questo non siamo tutti d’accordo. E poi, tra il sentire e l’ammettere c’è di mezzo l’orgoglio.

    Il libro che hai linkato dev’essere fantastico. Ma in senso letterale. Dei progenitori del sapiens sappiamo poco più che zero. Elucubrazioni sulla loro vita sessuale devono ricordare parecchio i romanzi di Arthur C. Clarke. Credo sia più interessante andare a guardare cosa avviene nelle tribù rimaste lontane dalla civiltà. Ne restano poche, ma ce n’è ancora.

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