PERCHE’ NON RIUSCIAMO A FARCI IL SOLLETICO?


Ehi, mentre ero distratto sembra proprio che qui abbiano capito come diavolo funziona il nostro cervello!: una teoria semplice, elegante, intuitiva e che trova risposte convincenti praticamente a tutto: la coscienza, la conoscenza, i sogni, le illusioni, il placebo, l’autismo, la schizofrenia, la depressione, l’autoapprendimento, l’attenzione, l’immaginazione, l’interpretazione, la precisione, il solletico e altro ancora. Peccato che il libro sia scritto coi piedi (stile accademico) e ammorbato da una filosofia dubbia continuamente ribadita, altrimenti… In sintesi: nel nostro cervello è come se ci fossero due scatole che interagiscono continuamente tra loro, una “vede” e l’altra “prevede”. La prima migliora la prestazione della seconda e la seconda guida la prima. Ma c’è anche un bilancio (energetico) da far quadrare: si consuma energia per aggiornare la macchina previsionale (E1) e si consuma energia per scansionare la realtà (E2). Se il “visto” è “previsto” siamo a cavallo poiché il consumo energetico è pari a zero o poco più: non c’è nulla da riparare e ben poco da scansionare. In caso contrario, ci sono due possibili sforzi a nostra disposizione: o si ripara la macchina predittiva, in modo che funzioni meglio nel futuro; oppure si forza la visione di cio’ che è stato previsto attraveso un’allucinazione controllata. La soluzione è un mix tra i due sforzi, ogni soggetto sviluppa una sua strategia in modo da sopravvivere al meglio. Qualche esempio. Illusioni: a volte la previsione guida la visione in modo talmente potente che finiamo per vedere letteralmente cio’ che abbiamo previsto di vedere. Precisione: la percezione vaga è la premessa che facilità le allucinazioni controllate. La precisione percettiva è invece la premessa per aggiornare al meglio la macchina previsionale. Autismo: non potendo fare a meno di “vedere” con precisione estrema, l’autistico deve continuamente aggiornare la sua rigida macchina previsionale investendo una quantità stratosferica di energie a questo scopo. Presto andrà in sofferenza e per proteggersi chiuderà i canali percettivi che lo collegano al mondo esterno. Autoapprendimento: che parola deve seguire un’altra parola? Nell’autoapprendimento il cervello adotta previsioni statistiche fondate sull’esperienza, nell’apprendimento ex-cathedra si interiorizza una regola data dal maestro. Placebo: calati in un certo contesto prevediamo la nostra guarigione e l’allucinazione guidata da tale previsione ci fa sentire effettivamente guariti. La previsione è talmente potente che genera l’azione. Risse: l’escalation della forza si spiega così: poiché prevedo gli effetti del mio pugno, lo percepisco come più debole di quello che è, al contrario, il pugno altrui è imprevisto e percepito come più potente, il che mi porterà ad aumentare la forza dei miei pugni in un’escalation che conduce alla rissa. Attenzione: è la facoltà che indirizza la scansione del mondo. Talvolta, il suo scopo è quello di precisare alcuni particolari eventualmente utili alla riparazione del meccanismo previsionale, altre volte è quello di preservare tale meccanismo indirizzandosi dove è più facile trovare solo conferme. Sogni: sono segnali casuali emessi dalla scatola che “vede” anche quando è spenta, a loro volta innescano il lavoro allucinatorio con cui ristabiliamo l’equilibrio del cervello. Solletico: quello fatto dagli altri scatena un continuo effetto sorpresa che ci manda in convulsione per la continua necessità di aggiornamento. Quello fatto da noi è prevedibile e quindi neutralizzato in partenza. Schizofrenia: nello schizofrenico il modello previsionale è praticamente assente, la bussola per navigare il mondo punta tutto sullo sforzo allucinatorio. Nello schizofrenico la previsione è ridotta al minimo, tutto è sorpresa, per questo è l’unica persona che ride facendosi il solletico (vedi sopra). Se, per esempio, si ritiene buono e ha ucciso la mamma, l’unica soluzione che fa quadrare i conti è del tipo: “hai sentito delle voci che ti hanno imposto di agire”, la sua abilità allucinatoria gli consentirà senza problemi di sentire realmente quelle voci e avere conferma della sua giustificazione. Conoscenza: il teorema Duehm-Quine ci avverte che le ipotesi non sono mai verificabili isolatamente. La verifica si esegue in coppia: ipotesi predittiva + ipotesi percettiva e la conoscenza si realizza aggiustando le due ipotesi (rettifica delle predizioni+interpretazione del reale) in modo da raggiungere un equilibrio. Non è sorprendente come il quadro epistemologico rispecchi il funzionamento dei nostri cervelli?

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