POLITICA OSCENA

Il mio programma elettorale per la rinascita di una grande destra si impernia su due punti: 1) ritorno del patriarcato e 2) legalizzazione dello stupro. Intendo difendere le mie idee appellandomi soprattutto alla logica e ai valori progressisti.

1) Vediamo il primo punto, per difendere il quale farò ricorso alla logica. Assumo che la risorsa più scarsa nel primo mondo siano i bambini (ci servono i loro cervelli per inventare vaccini, fusione atomica, macchine volanti, immortalità, teletrasporto, robot intelligenti, eccetera). Più bambini, più idee, più progresso (link omessi). Non c’è posto per una donna al lavoro quando, per il bene sociale, il suo posto è a casa a filiare, almeno fino all’arrivo dell’utero artificiale. Se tiri su 5 figli la carriera te la scordi. Del resto, il mondo del lavoro non ha bisogno delle donne, ha bisogno di cervelli. Non rileva che una donna valga un uomo, deve valerne almeno due, tre, quattro per avere voce in capitolo. Chiediti infatti, è più produttiva una donna o i 2/3/4 figli maschi che puo’ partorire e spedire nel mondo del lavoro? La risposta è scontata, dal che si vede bene quale sia la funzione più produttiva per le donne. Ma in che modo tornare al patriarcato? La coercizione è improponibile, ma potremmo sovra-tassare gli stipendi femminili (o detassare quelli maschili), oppure potremmo penalizzare il percorso universitario delle donne stabilendo dei massimali alle iscrizioni, o medie più elevate da tenere. Tuttavia, la via maestra resta sempre quella di ricoprire d’oro la donna che va oltre il secondo figlio. I compensi dovrebbero aumentare in modo esponenziale man mano che ci si allontana da quella misera soglia. Tutto il welfare sarebbe incanalato in tal senso. Del resto, sappiamo da sempre (link omessi) che la donna a casa è decisamente più felice e realizzata della donna al lavoro, per cui la misura, oltre ad essere giustificata dal benessere materiale della società, lo sarebbe anche dal benessere psicofisico del sesso debole.

2) Ora il secondo punto, per difendere il quale faccio ricorso ai valori progressisti. Dunque, la sfortuna e la diseguaglianza che ne deriva sono sgradevoli accidenti a cui l’uomo, in una democrazia avanzata, puo’ e deve porre rimedio. D’accordo? Facciamo un esempio concreto: alcune persone nascono belle e altre nascono brutte, il che crea privilegi che il nostro senso di giustizia ci impone di rettificare. Per esempio, i “belli” hanno maggiori possibilità di incontrare e accoppiarsi con altri “belli” mentre i “brutti” vengono ingiustamente esclusi e discriminati. Non pretendo che sia una regola universale ma una regola di semplice buon senso. Tuttavia, noi possiamo correggere questi iniqui privilegi facendo in modo che, per esempio, una donna bella, perlomeno quando non è sposata, si accoppi regolarmente almeno due volte all’anno con uomini “brutti” (e viceversa, naturalmente). Non dobbiamo poi preoccuparci dei turbamenti dei soggetti stuprati, si puo’ ricorrere alle cosiddette “droghe dello stupro”, che non lasciano ricordi. E per quanto riguarda il “danno psicologico” parliamo pur sempre di qualcosa che, probabilmente, resta comunque inferiore al danno procurato dal tradimento, una pratica che la nostra cultura ha in buona parte sdoganato. In conclusione, il senso morale dovrebbe fare in modo che la “bella” compia volontariamente questo gesto ma, qualora non sia così, è giusto che intervenga una legge per le pari opportunità e io sono qui per proporla. In conclusione, vorrei solo aggiungere che intendo affiancare una terza proposta legislativa alle prime due, riguarderà la libertà di espressione, un valore ormai totalmente ad appannaggio della destra. Ci sto ancora lavorando e quanto prima dovrebbe essere approntata una bozza da proporre.

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