LIBERARSI DELL’UNIVERSITA’

L’istruzione superiore si sta trasformando in un “cono gelato che si lecca da sé”, ovvero un’istituzione che ha perso il suo scopo e si concentra invece sull’autoperpetuazione. Dobbiamo sbarazzarcene.Diagnosi. Per molti aspetti la nostra società non è così diversa da quella di ieri, quella in cui l’esoterismo manteneva un giusto equilibrio: ieri come oggi dovrebbe esistere un’élite che impara per “conoscere la verità” e una massa che impara per “comportarsi bene”. Con l’università di massa abbiamo creduto di far diventare tutti élite e invece rischiamo di far diventare tutti massa innescando la fuga delle élites. Da un lato l’università di massa non ha mantenuto le sue promesse di rimescolamento sociale, e ora sappiamo anche perché: la selezione più stringente avviene a livello genetico più che a livello formativo (Greg Clark, studiando la frequenza nei cognomi nei secoli, ha scoperto che nella storia la mobilità sociale è sempre stata più o meno costante). Dall’altro l’invasione delle masse in questi luoghi del sapere ha reso necessario dare la precedenza a insegnamenti “per comportarsi bene” rispetto ad insegnamenti “per conoscere la verità”. Facciamo un esempio: per “conoscere la verità” devi studiare le profonde differenze tra uomo e donna, per “comportarti bene” devi minimizzarle se non negarle. Oggi ai nostri studenti viene fatto passare il secondo messaggio. Ma se la verità non è più al centro del progetto educativo le élite cominceranno a rivolgersi altrove per mantenere i loro privilegi. Già in molti espatriano come nomadi digitali. Il movimento è sempre più internazionale, con le persone più dotate, esperte di tecnologia e ricche di tutto il mondo che si lasciano semplicemente alle spalle le istituzioni ereditate nei loro paesi. I giornaloni cartacei che regnano sul cadavere in decomposizione delle istituzioni tradizionali come le università, se le troveranno in bancarotta entro un ventennio o giù di lì. L’università non sarà più glamour o alla moda come purtroppo è ancora oggi. I giovani migliori non saranno attratti dalla vita in questi luoghi. Già oggi nessun giovane brillante vuole davvero insegnare nelle scuole statali, domani anche una docenza universitaria verrà snobbata e vista come il simbolo di un vecchio mondo che non ha più nulla da offrire.

ARTE E BELLEZZA – definitivo

 ARTE E BELLEZZA

In filosofia, l’estetica rappresenta il comparto più sfuggente. Alla fine, estenuato, ho deciso di abbandonare la mia ricerca pluriannuale per rivolgermi alla più trasparente antropologia. Ecco allora la mia risposta oggi alle due domande fondamentali della disciplina:


1) COS’E’ L’ARTE? E’ il tentativo di impressionare l’altro mostrando il dominio retorico che abbiamo su un certo linguaggio. Si tratta di un’esibizione virtuosa e gratuita. L’istinto alla base di questi comportamenti è la ricerca di alleanze potenti. “Sprechiamo” (gratuità) per segnalare che possiamo permettercelo. Il discorso vale anche nell’altro senso: il fan in fondo ricerca l’alleanza con un soggetto potente.


2) COS’E’ LA BELLEZZA? La bellezza è cio’ che desta ammirazione quando si pratica l’arte.


PS Con questo post cedo, dopo annosa querelle, alla posizione “virtuosistica” di Davide Curioni, quand’anche diverse precisazioni sarebbero necessarie.


PS Con questo post, abbandono la centralità del “linguaggio vago”, per quanto le vaghezze del linguaggio siano il terreno ideale per esprimere virtuosesmo retorico.

Sui diritti degli animali

SUI DIRITTI DEGLI ANIMALI (e del feto)


Non penso che esistano, non avendo responsabilità non dovrebbero avere nemmeno diritti. Tuttavia, poiché la loro sofferenza esiste, abbiamo dei doveri verso di loro. Hanno un sistema nervoso, comportamenti inequivocabili e una ragione evolutiva per sviluppare sofferenza, questo è il moti

vo per cui dico che la loro sofferenza esiste e non puo’ essere irrilevante per l’etica umana. Ma quanto pesa? Ecco due argomenti pragmatici per ritenere che non pesi molto:


INSETTI: anche loro soffrono – posseggono i tre requisiti di cui sopra – ma la cosa non importa a nessuno, cosicché anche l’animalista più convinto non si mostra pentito facendone strage con il parabrezza ogni volta che monta in auto. Anche quando si costruisce la casa provoca una carneficina senza battere ciglio. Se la differenza tra l’insetto e il cane fosse così abissale, lo stesso, presumibilmente, puo’ dirsi della differenza tra cane e uomo.


RAZZISMO: se introduciamo una gradualità tra uomo e animali, perché allora non farlo anche tra razze umane. Certo, occorrerebbe una base biologica per distinguere i vari gruppi umani ma… vi consiglio di non indagare oltre su questi temi, l’imbarazzo potrebbe assalirvi.


Ripeto, non si tratta di due argomenti sostanziali, ma è difficile andare oltre sul piano della sostanza, cosicché il pragmatismo è l’unica via a disposizione per chi vuole dirimere la questione.


Detto questo, che fare, per esempio, degli allevamenti intensivi? Non lo so, forse tutte queste ragioni ancora non bastano per giustificarli. la cosa non è irrilevante: quasi tutta la carne che mangiamo viene da lì.


Ultimo problema: nemmeno i bambini hanno responsabilità, quindi nemmeno loro hanno diritti? Mi sa che occorre mangiarsi questo proiettile, non vedo alternative, ma ci sono conseguenze inaspettate. Innanzitutto, considerato l’immenso valore potenziale che sta davanti a un bambino – potrebbe salvare l’intera umanità – non penso proprio che esproprialo di diritti implichi un trattamento differenziato nella sostanza. In secondo luogo, questa considerazione lo assimila al feto e facilita la lotta anti-abortista, che da sempre mi è cara.

ARGOMENTI RAZIONALI PER CREDERE IN DIO

A me piacciono questi tre, li elenco in ordine di importanza.


1) ORDINE. L’universo presenta un ordine sorprendente, il che sembra presupporre un disegno intelligente. La spiegazione concorrente più plausibile è quella che ipotizza l’esistenza di molti universi, ma sembra alquanto bizzarra. Si può sempre ripiegare sul caso ma quando il caso è tanto improbabile postularlo non soddisfa il cercatore di verità.


2) EVIDENZA. L’esistenza di cose come la libertà, la mente, il colore giallo, il suono di do maggiore mi sembra evidente. Il materialista non riesce a spiegarsela e considera queste presenze o illusioni o equivoci. Non riesce a smascherarle come tali ma è stranamente riluttante ad ammetterne l’esistenza. Trovo più sensato considerarle evidenze e trascendere quindi la spiegazione materiale.


3) BELLEZZA. Il naturalismo è auto-rimuovente, la fede in Dio no. In questo senso il teismo sembra un pensiero più lineare, ovvero più “bello”. Mi spiego meglio, il materialismo dice che il nostro valore guida è la sopravvivenza, non la verità. Noi facciamo di tutto per sopravvivere, non per cercare la verità, che diventa quindi sacrificabile. Dopodiché, però, il materialismo pretende di insegnarci proprio la verità. Non dico che vi sia contraddizione in tutto questo ma una certa perdita di credibilità sì. La teoria di Dio è immune da questo inconveniente.

POLITICA OSCENA

Il mio programma elettorale per la rinascita di una grande destra si impernia su due punti: 1) ritorno del patriarcato e 2) legalizzazione dello stupro. Intendo difendere le mie idee appellandomi soprattutto alla logica e ai valori progressisti.

1) Vediamo il primo punto, per difendere il quale farò ricorso alla logica. Assumo che la risorsa più scarsa nel primo mondo siano i bambini (ci servono i loro cervelli per inventare vaccini, fusione atomica, macchine volanti, immortalità, teletrasporto, robot intelligenti, eccetera). Più bambini, più idee, più progresso (link omessi). Non c’è posto per una donna al lavoro quando, per il bene sociale, il suo posto è a casa a filiare, almeno fino all’arrivo dell’utero artificiale. Se tiri su 5 figli la carriera te la scordi. Del resto, il mondo del lavoro non ha bisogno delle donne, ha bisogno di cervelli. Non rileva che una donna valga un uomo, deve valerne almeno due, tre, quattro per avere voce in capitolo. Chiediti infatti, è più produttiva una donna o i 2/3/4 figli maschi che puo’ partorire e spedire nel mondo del lavoro? La risposta è scontata, dal che si vede bene quale sia la funzione più produttiva per le donne. Ma in che modo tornare al patriarcato? La coercizione è improponibile, ma potremmo sovra-tassare gli stipendi femminili (o detassare quelli maschili), oppure potremmo penalizzare il percorso universitario delle donne stabilendo dei massimali alle iscrizioni, o medie più elevate da tenere. Tuttavia, la via maestra resta sempre quella di ricoprire d’oro la donna che va oltre il secondo figlio. I compensi dovrebbero aumentare in modo esponenziale man mano che ci si allontana da quella misera soglia. Tutto il welfare sarebbe incanalato in tal senso. Del resto, sappiamo da sempre (link omessi) che la donna a casa è decisamente più felice e realizzata della donna al lavoro, per cui la misura, oltre ad essere giustificata dal benessere materiale della società, lo sarebbe anche dal benessere psicofisico del sesso debole.

2) Ora il secondo punto, per difendere il quale faccio ricorso ai valori progressisti. Dunque, la sfortuna e la diseguaglianza che ne deriva sono sgradevoli accidenti a cui l’uomo, in una democrazia avanzata, puo’ e deve porre rimedio. D’accordo? Facciamo un esempio concreto: alcune persone nascono belle e altre nascono brutte, il che crea privilegi che il nostro senso di giustizia ci impone di rettificare. Per esempio, i “belli” hanno maggiori possibilità di incontrare e accoppiarsi con altri “belli” mentre i “brutti” vengono ingiustamente esclusi e discriminati. Non pretendo che sia una regola universale ma una regola di semplice buon senso. Tuttavia, noi possiamo correggere questi iniqui privilegi facendo in modo che, per esempio, una donna bella, perlomeno quando non è sposata, si accoppi regolarmente almeno due volte all’anno con uomini “brutti” (e viceversa, naturalmente). Non dobbiamo poi preoccuparci dei turbamenti dei soggetti stuprati, si puo’ ricorrere alle cosiddette “droghe dello stupro”, che non lasciano ricordi. E per quanto riguarda il “danno psicologico” parliamo pur sempre di qualcosa che, probabilmente, resta comunque inferiore al danno procurato dal tradimento, una pratica che la nostra cultura ha in buona parte sdoganato. In conclusione, il senso morale dovrebbe fare in modo che la “bella” compia volontariamente questo gesto ma, qualora non sia così, è giusto che intervenga una legge per le pari opportunità e io sono qui per proporla. In conclusione, vorrei solo aggiungere che intendo affiancare una terza proposta legislativa alle prime due, riguarderà la libertà di espressione, un valore ormai totalmente ad appannaggio della destra. Ci sto ancora lavorando e quanto prima dovrebbe essere approntata una bozza da proporre.

PERCHE’ NON RIUSCIAMO A FARCI IL SOLLETICO?


Ehi, mentre ero distratto sembra proprio che qui abbiano capito come diavolo funziona il nostro cervello!: una teoria semplice, elegante, intuitiva e che trova risposte convincenti praticamente a tutto: la coscienza, la conoscenza, i sogni, le illusioni, il placebo, l’autismo, la schizofrenia, la depressione, l’autoapprendimento, l’attenzione, l’immaginazione, l’interpretazione, la precisione, il solletico e altro ancora. Peccato che il libro sia scritto coi piedi (stile accademico) e ammorbato da una filosofia dubbia continuamente ribadita, altrimenti… In sintesi: nel nostro cervello è come se ci fossero due scatole che interagiscono continuamente tra loro, una “vede” e l’altra “prevede”. La prima migliora la prestazione della seconda e la seconda guida la prima. Ma c’è anche un bilancio (energetico) da far quadrare: si consuma energia per aggiornare la macchina previsionale (E1) e si consuma energia per scansionare la realtà (E2). Se il “visto” è “previsto” siamo a cavallo poiché il consumo energetico è pari a zero o poco più: non c’è nulla da riparare e ben poco da scansionare. In caso contrario, ci sono due possibili sforzi a nostra disposizione: o si ripara la macchina predittiva, in modo che funzioni meglio nel futuro; oppure si forza la visione di cio’ che è stato previsto attraveso un’allucinazione controllata. La soluzione è un mix tra i due sforzi, ogni soggetto sviluppa una sua strategia in modo da sopravvivere al meglio. Qualche esempio. Illusioni: a volte la previsione guida la visione in modo talmente potente che finiamo per vedere letteralmente cio’ che abbiamo previsto di vedere. Precisione: la percezione vaga è la premessa che facilità le allucinazioni controllate. La precisione percettiva è invece la premessa per aggiornare al meglio la macchina previsionale. Autismo: non potendo fare a meno di “vedere” con precisione estrema, l’autistico deve continuamente aggiornare la sua rigida macchina previsionale investendo una quantità stratosferica di energie a questo scopo. Presto andrà in sofferenza e per proteggersi chiuderà i canali percettivi che lo collegano al mondo esterno. Autoapprendimento: che parola deve seguire un’altra parola? Nell’autoapprendimento il cervello adotta previsioni statistiche fondate sull’esperienza, nell’apprendimento ex-cathedra si interiorizza una regola data dal maestro. Placebo: calati in un certo contesto prevediamo la nostra guarigione e l’allucinazione guidata da tale previsione ci fa sentire effettivamente guariti. La previsione è talmente potente che genera l’azione. Risse: l’escalation della forza si spiega così: poiché prevedo gli effetti del mio pugno, lo percepisco come più debole di quello che è, al contrario, il pugno altrui è imprevisto e percepito come più potente, il che mi porterà ad aumentare la forza dei miei pugni in un’escalation che conduce alla rissa. Attenzione: è la facoltà che indirizza la scansione del mondo. Talvolta, il suo scopo è quello di precisare alcuni particolari eventualmente utili alla riparazione del meccanismo previsionale, altre volte è quello di preservare tale meccanismo indirizzandosi dove è più facile trovare solo conferme. Sogni: sono segnali casuali emessi dalla scatola che “vede” anche quando è spenta, a loro volta innescano il lavoro allucinatorio con cui ristabiliamo l’equilibrio del cervello. Solletico: quello fatto dagli altri scatena un continuo effetto sorpresa che ci manda in convulsione per la continua necessità di aggiornamento. Quello fatto da noi è prevedibile e quindi neutralizzato in partenza. Schizofrenia: nello schizofrenico il modello previsionale è praticamente assente, la bussola per navigare il mondo punta tutto sullo sforzo allucinatorio. Nello schizofrenico la previsione è ridotta al minimo, tutto è sorpresa, per questo è l’unica persona che ride facendosi il solletico (vedi sopra). Se, per esempio, si ritiene buono e ha ucciso la mamma, l’unica soluzione che fa quadrare i conti è del tipo: “hai sentito delle voci che ti hanno imposto di agire”, la sua abilità allucinatoria gli consentirà senza problemi di sentire realmente quelle voci e avere conferma della sua giustificazione. Conoscenza: il teorema Duehm-Quine ci avverte che le ipotesi non sono mai verificabili isolatamente. La verifica si esegue in coppia: ipotesi predittiva + ipotesi percettiva e la conoscenza si realizza aggiustando le due ipotesi (rettifica delle predizioni+interpretazione del reale) in modo da raggiungere un equilibrio. Non è sorprendente come il quadro epistemologico rispecchi il funzionamento dei nostri cervelli?

LA BELLEZZA SALVERA’ IL MONDO?

Rifletto su questa proposizione da un annetto, mi chiedo se un cristiano sia tenuto ad accettarla. Ecco le mie due principali conclusioni condensate al massimo grado:


1) SI’, il cristiano deve accettarla. Il mondo presenta un ordine inspiegabile, un’armonia emozionante, valorizzare questa esperienza ci riconduce a Dio.


2) NO, il cristiano deve respingerla. L’armonioso modello materialista descrive bene il nostro mondo ma tralascia alcuni fatti fondamentali come il libero arbitrio o la coscienza. Di fronte a questa lacuna possiamo imboccare due vie: o attendiamo che la bellezza di questo modello sia in grado domani di ricomprendere quei fenomeni che fanno resistenza, oppure li integriamo a forza deturpando la bellezza originale del modello. Solo in questo secondo caso Dio puo’ trovare un posto nel resoconto razionale del mondo.

SCUOLE: PARITARIE contro PUBBLICO

Nel confronto tra scuola privata e pubblica oggi non ho voglia di parlare di efficienza, di produttività, di finanziamento o di esiti nei test. Ho una critica più fondamentale: anche se i punteggi dei test delle paritarie fossero esattamente gli stessi delle scuole pubbliche, penso che l’opzione della paritaria sia moralmente più accettabile.Partiamo da un assunto: la scuola è una prigione per bambini. Costringe i bambini a trascorrere la loro infanzia – un momento felice, un momento di naturale curiosità, di esplorazione e di meraviglia – seduti in edifici squadrati, senza aria condizionata, angusti, su banchi squallidamente identici, ascoltando qualcuno che continua a parlare della differenza tra allitterazione e assonanza, incapaci di agirarsi e protestare solo perché si sa che se il loro insegnante ti sgriderà riceverai un supplemento di pena. La comunità antipsichiatrica aveva inventato il “Burrito Test”: se un posto non ti permette di cuocere al microonde un burrito senza chiedere il permesso, è un’istituzione carceraria. Non importa se il nome è “Center For Flourishing” o qualsiasi altra cosa e gli assistenti sono assistenti sociali in abiti civili invece che infermieri in camice – se non supera il Burrito Test, è un’istituzione. Ecco, la scuola non ti permetterà di cuocere un burrito nel microonde senza permesso. NON TI FARANNO NEMMENO ANDARE IN BAGNO SENZA PERMESSO. DEVI ALZARE LA MANO E CHIEDERE AL TUO INSEGNANTE QUALCOSA CHIAMATA “IL PASS DEL BAGNO” DAVANTI A TUTTA LA TUA CLASSE, E SE LA COSA NON PIACE, PUO’ DIRE NO. Non mi piacciono le prigioni reali, quelle per i criminali, ma quelle hanno un senso: non prevengono nulla ma per lo meno le persone immobilizzate lì dentro non stanno commettendo crimini fuori, IL MIO DUBBIO E’ CHE MANDIAMO LE PERSONE A SCUOLA PER LO STESSO MOTIVO, trattando i bambini come criminali anche se non hanno commesso alcun crimine. A volte seguo le conferenze di psichiatri infantili e vorrei urlare contro di loro. C’è la bambina che si chiude a chiave in bagno ogni mattina in modo che i suoi genitori non possano trascinarla nella prigione infantile, e i suoi genitori stanno fuori dalla porta del bagno a urlarle per ore finché lei finalmente cede e va. Attorno ai genitori sta un capannello di specialisti intenti a RISOLVERE IL PROBLEMA SBAGLIATO. Poi ci sono tutti quei bambini che hanno avuto l’enuresi notturna o una terribile depressione o attacchi di panico. Ho sentito storie di ragazzini vittime di bullismo al punto che sarebbe ingiusto non chiamare tutto cio’ tortura. Leggo persone su Twitter e Reddit pubblicare le loro storie dal carcere minorile, che anche nelle società più ricche del mondo viene considerato perfettamente normale. Il quartiere che voleva risparmiare denaro, quindi ha vietato agli insegnanti di alzare il riscaldamento d’inverno. Il distretto che ha deciso che la corsa era un’attività pericolosa, e quindi qualsiasi bambino che correva, saltava o giocava in modo diverso durante l’intervallo sarebbe stato punito – sì, va bene, facciamo in modo che tutti i nostri figli trascorrano i primi 18 anni della loro vita in posti dove è proibito correre, ma non meravigliamoci poi se il loro sviluppo non è del tutto regolare. Potresti obiettare che possono correre a casa, ma ovviamente gli insegnanti assegnano tre ore di compiti al giorno nonostante ampie prove che i compiti a casa non aiutano l’apprendimento. Impedire ai bambini di avere del tempo libero o la capacità di fare le cose che vogliono fare sembra a volte un fine in sé. Ogni singolo medico e psicologo nel mondo ha sottolineato che i bambini e gli adolescenti seguono naturalmente un modello di sonno diverso rispetto agli adulti, probabilmente più vicino all’intervallo 12:00-9:00 rispetto all’intervallo 10-7 dell’adulto medio. Le carceri per bambini di solito iniziano intorno alle 7 o alle 8, il che significa che ogni bambino che si presenta in orario è necessariamente privato del sonno in modi che probabilmente danneggiano la sua salute e il suo sviluppo. La scuola costringe i bambini a essere confinati in un ambiente inabitabile, impediti nel movimento e torturati psicologicamente in uno stato di profonda privazione del sonno, sotto pena di prolungare la loro agonia se oppongono resistenza. L’ unica possibile giustificazione per questo è che si ottiene un qualche tipo di profondo beneficio sociale come l’eliminazione della povertà. In caso contrario, potresti anche sostituirlo con qualcosa di meno traumatizzante, come per esempio il lavoro minorile. Il bambino dovrà comunque passare otto ore della sua giornata a lavorare in un ambiente terribile, ma almeno riceverà un po ‘di soldi! Almeno il suo capo non potrà bloccarlo se se ne vuole andare e non lo perseguiterà anche a casa con il pretesto dei compiti. Ho lavorato come medico guardia notturna, un’occupazione da tutti considerata orribile e destinata agli ultimi della categoria, un lavoro tra i più terribili che puo’ toccare a un laureato nel Primo Mondo. Posso affermare con assoluta sicurezza che farei volentieri altri quattro anni di medico guardia notturna se l’unica alternativa fossero altri quattro anni di liceo.Se ho figli, spero di poterli istruire a casa. Ma se non riesco a istruirli a casa, sono incredibilmente grato che esista la possibilità di mandarli a una scuola paritaria che potrebbe aggirare tutti questi problemi. Non sono così impressionato dalle scuole Montessori come lo sono alcuni dei miei amici, ma almeno per quanto posso dire lasciano che i bambini girino all’aperto e non fanno loro usare i pass per il bagno! Chi – come de Boer – sostiene la scuola pubblica non solo di fatto mantiene viva e funzionante l’intera prigione-tritacarne, anche ammettendo che non serve a nulla!, ma vuole anche chiudere l’unica possibile via di fuga che i miei futuri figli avranno mai a meno che io non sia abbastanza ricco da smettere di lavorare così da potermi prendere cura di loro a tempo pieno.Cercando di restare calmo, capisco che i sostenitori della scuola pubblica non desiderano il tritacarne. Non sono fan delle aule gelide o della privazione del sonno o del bullismo o dei pass per il bagno. In effetti, probabilmente incolperanno di tutto questo i “riformatori neoliberisti” (anche se ho visto tutto andando a scuola prima che iniziasse l’ondata neoliberista). Diranno che il loro sistema scolastico utopico non ha niente a che fare con tutto questo. Delineano come potrebbe essere un futuro sistema scolastico socialista, e assomiglierà più o meno a una scuola Montessori che oggi già esiste. Ciò rende davvero strano che vogliano chiudere tutte le scuole che assomigliano al loro ideale utopico di domani (o renderle disponibili solo ai ricchi) e costringere TUTTI i bambini, anche quelli che potrebbero mettersi in salvo, a frequentare scuole il più possibile diverse da quelle da loro sognate nel loro sogno socialista.Sono così stanco dei socialisti che ammettono che il sistema attuale è un paesaggio infernale e al contempo sostengono che dobbiamo impedire a chiunque di potervi sfuggire. Come se facendo la guerra all’ultima alternativa, all’ultima isola felice dove poche persone riescono a tenere a bada le miserie del mondo, di colpo tutto il resto da paesaggio di tortura infernale diventerà un’adorabile utopia piena di arcobaleni e unicorni. Se puoi rendere il tuo sistema meno infelice, rendilo meno infelice! Fallo prima di costringere tutti gli altri a parteciparvi pena la reclusione se si rifiutano! Costringere tutti a partecipare al tuo sistema e poi rendere il tuo sistema qualcosa di diverso da un tritacarne che accoglie bambini felici e sputa diciottenni traumatizzati dagli occhi spenti e non hanno avuto esperienze felici normali, è un sopruso intollerabile. Non ho grandi soluzioni ai problemi del sistema educativo. Sono meno convinto di che non non insegni ai bambini cose utili per il loro successo futuro, quindi non posso in buona coscienza giustificare il divieto di tutte le scuole con metodi alternativi. Ma penso che inizierei con la riduzione del danno. Il distretto medio spende $ 12.000 all’anno per alunno nelle scuole pubbliche (fino a $ 30.000 nelle grandi città!). Quanti genitori sarebbero in grado di offrire ai propri figli un ambiente domestico sicuro e accogliente se ricevessero anche solo una frazione di quei soldi? Se potessero ottenere $ 12.000 – $ 30.000 per rimanere a casa e aiutare a insegnare ai loro figli, quanti genitori che lavorano potrebbero decidere di non dover accettare quel secondo lavoro per sbarcare il lunario? Quanti bambini bloccati in doposcuola distopici potrebbero essere in grado di trascorrere quel tempo con le loro famiglie o giocare con gli amici? Alcuni genitori non se la sentirebbero di insegnare ai loro figli, o si dimostrerebbero incompetenti in questo compito, cosicché sarei favorevole a lasciare che quei genitori mandino i loro figli a scuola se lo volessero. Vorrei che la società sperimentasse quanto puo’ essere breve la scuola e che gli studenti imparino comunque ciò che hanno bisogno di sapere, in contrasto con la pericolosa strategia di sperimentare quanto può essere lunga la scuola pur mantenendo gli studenti sani di mente. Elimina tre ore di compiti a casa, probabilmente inutili, ma non credo che abbiamo nemmeno iniziato a esplorare quanto possa essere breve ed efficiente la scuola. Ovviamente vorrei che questo sistema fosse fatto interamente di scuole paritarie, in modo che bambini e genitori possano fare i confronti e frequentare la loro preferita. Non penso che l’apprendimento totalmente destrutturato sia ottimale per i bambini – non penso nemmeno che l’apprendimento fintamente destrutturato in stile Montessori sia ottimale – ma penso che ci sarebbe molto spazio per sperimentare, e penso che sarebbe meglio sbagliare dal lato dell’indulgenza che da quello quello del rigore e che sia meglio sbagliare evitando di arrabbiarsi se un bambino guarda avanti nel libro per imparare da solo come va a finire.

APOCALISSE

Nel tentativo di sintetizzare le mie letture aventi per oggetto il futuro più distante, dovrei concludere che l’apocalisse è molto più vicina del previsto. Si tratta di argomenti aperti a mille ipotesi ma la più lineare mi sembra questa: il nostro universo sembra poter ospitare una moltitudine di civiltà intelligenti, purtroppo o per fortuna, al momento, nessuna si è fatta viva. Questo evento singolare avvalora la tesi per cui una civiltà, superato un certo livello di sofisticatezza tecnologica, sia destinata al collasso. Del resto, la cosa sembra abbastanza plausibile: comoda disponibilità di armi nucleari per tutti, vulnerabilità alle bombe biologiche, pericolo disallineamento di IA… è facile immaginarsi una FINE plausibile partendo dal punto in cui siamo. Più in generale potremmo concludere che esiste un collo di bottiglia che solo poche civiltà avanzate riescono a superare. Siamo forse tra quelle? Non abbiamo punti di riferimento ma lo scenario prevede che il “grande filtro” stia davanti a molti e dietro a pochi, cio’ significa che è più probabile appartenere al primo gruppo che al secondo. Ergo, l’apocalisse è il nostro destino.Alternative per coltivare speranze?1) Puo’ darsi che una civiltà avanzata ci abbia già colonizzato “in silenzio” e ci usi come simulazione per i suoi esperimenti, in questo senso ci proteggerebbe da un’eventuale autodistruzione. Mi sembra un’ipotesi alquanto bizzarra. 2) Le civiltà avanzate si sviluppano a ritmo impressionante e ben presto esauriscono gli atomi disponibili per accrescere il loro PIL. In questo senso non resta loro che dedicarsi all’interiorità lasciando perdere l’espansione fisica della loro influenza. Anche qui non sono convinto, questo potrebbe essere il destino finale di una civiltà che ha conquistato l’intero universo ma finché c’è espansione ci sono anche atomi disponibili da valorizzare.Mi piaceCommentaCondividi

PERCHE’ IN ITALIA NON SI COMBATTE L’EVASIONE FISCALE?

Lo si capisce una volta che indaghi sulle cause del fenomeno evasione. Oserei dire LA causa, ovvero la proliferazione di piccolissime imprese. Un idraulico italiano evade all’incirca quanto un idraulico danese, solo che in Italia di piccoli idraulici ce ne sono a bizzeffe e quindi si evade di più. In Danimarca, se il termosifone perde chiami il call center “anonimo” di una grande azienda che ti manda un suo Peppino, il quale ti rilascia la ricevuta con la stessa scioltezza con cui la cassiera dell’Esselunga ti batte lo scontrino. Da noi, invece, Peppino ha la partita iva e se puo’ evita la ricevuta. Anche se il Peppino tricolore va in Chiesa e sente il Papa dire che non fare la ricevuta è peccato mortale sa bene che queste sono tutte cazzate moralistiche che puo’ tralasciare rimanendo impunito sia quaggiù che lassù. E chi puo’ dargli torto? Al pensiero che uno non entri nel regno dei cieli perché non ha consegnato il 40% dei suoi guadagni viene solo da ridere, e ci scusi papa Francesco. Ma perché tutte queste micro-imprese proprio in Italia? Qui le cose sono un po’ più complicate. Intravedo due raigioni. Primo, l’Italia – un paese dalla mentalità arretrata – non ama il Big Business, dietro il quale vede per lo più rapacità, far west e legge della giungla “mercatista”. Ma l’Italia va oltre, odia il lavoro in generale, e lo dimostra imponendo cunei fiscali mostruosi. Cosicché, ci si organizza per lavorare di nascosto, e non c’è niente di più facile che nascondersi rimanendo piccoli, al limite dell’invisibilità. A fari spenti – ovvero in nero – è poi il massimo. A volte lo scambio è palese, come in meridione, dove la mancanza di welfare è barattata chiudendo un occhio sul nero.Fare la lotta all’evasione è allora affrontare milioni di questi moscerini che, non avendo altro nella vita che la loro attività, combatteranno con te fino alla morte, oltretutto da una posizione di debolezza, il che aumenta il loro senso di giustizia e orgoglio. Ma è anche un serio problema sociale: questa gente – che tra l’altro è una costituency elettorale di tutto rispetto – cosa farà dopo che la distruggi? La rivolta in piazza, probabilmente. Ma soprattutto, cosa fa un Paese che ha cresciuto questa gente e ora ne ha bisogno? Soluzioni? Visto che la lotta all’evasione è demagogia, l’unica soluzione percorribile consiste nel far crescere le piccole imprese, ovvero deregolamentare e detassare il mercato. Il Big Business – che le regole le deve osservare tutte – arriverà un po’ ovunque facendo il lavoro sporco. Il processo visto al contrario è ancora più chiaro: come proteggi i tassisti da Uber? Mettendo regole, limiti e tariffe minime.