Poiché abbiamo gli occhi, siamo ciechi

David Stove è un filosofo australiano ateo amante del “buon senso”, ma gli piace anche divertirsi e, quando c’ è trippa per gatti, non si astiene certo dalla polemica. Leggerlo mentre crocifigge i suoi avversari intellettuali è divertente, persino se si dissente. Femminismo, post-modernismo, darwinismo… tutto prima o poi passa attraverso il suo torchio. Nel 1985 ha messo in palio un premio da consegnare a colui che scovasse “il peggior argomento di tutti i tempi”.

Senza molti imbarazzi consegnò il premio a se stesso. Non c’ era partita. L’ argomento, da allora noto come “”the Gem”, suona all’ incirca così:

Se la mente umana ha una sua natura, allora noi non possiamo conoscere la realtà per quella che è.

Si noti bene che sul canovaccio di base mille variazioni sono possibili.

Poiché possiamo conoscere solo le cose per come le vediamo, non possiamo conoscerle per quello che sono…

Non pensiate che un’ affermazione del genere sia poi così strana, viviamo in mezzo a gente che non fa che ripeterla, ma solo dopo averla imbellettata, cosicché puo’ darsi che ci sfugga.

Con questo argomento si riesce a rendere tutto leggero e impalpabile. In epoca postmoderna è stato molto apprezzato, ma si capisce, i lotofagi apprezzano tutto quanto abbia un vago sapore deresponsabilizzante.

levita-shelves-paper 

 

Ecco nella prosa di Stove un paio di travestimenti sotto cui si maschera il “peggior argomento del mondo”:

… teir intellectual temper is (as everyone remarks) the reverse of dogmatic, in fact pleasingly modest. They are quick to acknowledge that their own opinion, on any matter whatsoever, is only their opinion; and they will candidly tell you, too, the reason why it is only their opinion. This reason is, that it is their opinion.

O ancora:

The cultural-relativist, for example, inveighs bitterly against our science-based, white-male cultural perspective. She says that it is not only injurious but cognitively limiting. Injurious it may be; or again it may not. But why does she believe that it is cognitively limiting? Why, for no other reason in the world, except this one: that it is ours. Everyone really understands, too, that this is the only reason. But since this reason is also generally accepted as a sufficient one, no other is felt to be needed

4 pensieri su “Poiché abbiamo gli occhi, siamo ciechi”

  1. Che personaggio! Roba troppo difficile per me, ma sapeva scrivere senz’atltro.
    Mi sono letta un po’ del sito linkato. Leggendo le sue posizioni su donne e razzismo, mi è tornato in mente Wilson e quella diatriba. Ti immagini lanciare il link al suo articolo “The intellectual capacity of women” su uno dei siti di donne militanti? Meglio se da un internet point.

  2. Lo sto leggendo in inglese Darwinian fairytales) e per la prima volta riesco ad andare oltre la semplice comprensione di un saggio percependo la bellezza di una prosa semplice e divertente.

    Quanto al discorso sulle donne, preferisco affidarmi a Pinker (è un progressista con il pedegree), al limite Beaumeister, meglio non correre rischi. Inoltre mi parerei le spalle parlando di “motivazioni” più che di “capacità”.

    Qui comunque c’ è una risposta a Stove. Il tenore, al di là dei cavilli, è questo: se non è successo mai e in nessun posto, non significa che prima o poi succeda. Non penso che argomenti del genere abbiano qualche effetto con Stove: è o non è passato alla storia per il bombardamento ad alzo zero contro un tale di nome Popper, ovvero la bestia nera dell’ induttivismo?

  3. Greetings from Los angeles! I’m bored to death at work so I decided to browse your website on my iphone during lunch break. I really like the information you present here and can’t
    wait to take a look when I get home. I’m amazed at how quick your blog loaded on my cell phone .. I’m not even using WIFI,
    just 3G .. Anyhow, superb blog!

Lascia un commento