I bamboccioni dell’ Expo

I nostri giovani sono schizzinosi nelle loro scelte lavorative?

L’ argomento è tornato di attualità recentemente:

“Per gli uomini di Expo reclutare le seicento persone da mettere al lavoro durante il periodo dell’esposizione non è stata una passeggiata, in particolare se si guarda alla fascia sotto i 29 anni, giovani ai quali veniva proposto un contratto di apprendistato:parliamo di 1.300-1.500 euro al mese suppergiù, comprensivo di festivi e notturni come da contratto nazionale. Dunque, il 46 per cento dei primi selezionati è sparito al momento alla firma. Sparito anche nel senso letterale del termine: qualcuno non ha neppure mandato una mail per dire «Grazie, ci ho ripensato»”

A queste “insinuazioni” è stato replicato per le rime ma non è certo mia intenzione fare il conticino della serva per verificare se Tizio o Caio siano o meno bamboccioni. Vorrei invece svolgere qualche considerazione generale.

bambo

Probabilmente i ragazzi di oggi sono più “bamboccioni” ma non più stupidi rispetto ai ragazzi di ieri, il loro opportunismo, qualora ci fosse, sarebbe razionale.

Viviamo in un mondo molto più ricco rispetto a quello passato, concedersi qualche vizietto sarebbe naturale.

Inoltre viviamo in un mondo in cui i vecchi hanno redditi superiori ai giovani: i genitori mantengono i figli anziché viceversa, come invece è sempre stato nella storia dell’ uomo. E’ chiaro che qualcuno approfitti di questa situazione per indugiare nel calduccio della propria cameretta.

Ma oltre all’ “opportunismo razionale” c’è anche la “scelta razionale” di attendere, un merito, non un vizio.

Facciamo il caso di un laureato in giurisprudenza che cerca di collocarsi.

Ora, immaginate un mondo dove ogni avvocato è destinato a lavorare per 2000 euro al mese in condizioni che non variano granché da un posto all’ altro. In un mondo simile si accetta la prima proposta ricevuta, perché attendere oltre? Solo il vizio e l’ opportunismo potrebbero giustificare un rifiuto.

Ebbene, il mondo immaginato ha qualche somiglianza col mondo passato ma non c’è nulla di più distante rispetto al mondo attuale.

Guardo solo alla mia città: nella ristrettissima cerchia della classe dirigente gli avvocati sono sovra-rappresentati. D’altro canto, anche il “sottoproletariato” precario e malpagato è zeppo di avvocati che bivaccano in tribunale in cerca di una causa da pietire.

Morale: se parti con una laurea in giurisprudenza non sai ancora nulla del tuo destino: probabilmente entrerai nel sottoproletariato ma non puoi escludere un ruolo ai vertici. In queste condizioni il primo passo deve essere particolarmente oculato, una tattica attendista paga.

Lo sa bene chi organizza le “pesche” in oratorio: se vuoi vendere molti biglietti il montepremi deve essere variegato e andare dalla ciofeca di plastica alla crociera. Premi di buon valore ma omogenei fanno vendere poco: chi con un biglietto è quasi certo di accaparrarsi una torta di ribes non ne compra un altro se in palio ci sono solo torte di ribes o succedanei delle torte di ribes.

Chi rifiuta un lavoro è come se acquistasse un ulteriore biglietto alla pesca: con un montepremi strutturato nella maniera che ho descritto è naturale aspettarsi vendite massicce.

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